Indice dell'articolo
- Definizione di contratto
- Risoluzione del contratto
- Rescissione del contratto
- Causa della cessazione del contratto
- Differenze principali tra risoluzione e rescissione
- Conclusione
Definizione di contratto
Risoluzione del contratto
Rescissione del contratto
Causa della cessazione del contratto
Differenze principali tra risoluzione e rescissione
Conclusione
La risoluzione e la rescissione di un contratto sono due concetti distinti nel diritto civile italiano, che si riferiscono alla cessazione degli effetti di un accordo, ma in circostanze e per motivazioni diverse. Continua a leggere l’articolo, per approfondire l’argomento.
Definizione di contratto
Prima di esaminare le differenze tra risoluzione e rescissione, è utile ricordare che un contratto è un accordo tra due o più parti che produce effetti giuridici. Questi effetti possono essere la costituzione, la modifica o l’estinzione di rapporti giuridici di tipo patrimoniale. Tuttavia, esistono casi in cui le parti o un’autorità giudiziaria possono decidere di porre fine al contratto, con conseguenze che dipendono dalla natura della cessazione.
Risoluzione del contratto
La risoluzione di un contratto avviene quando un contratto valido viene sciolto a causa di eventi successivi alla sua stipulazione che ne rendono impossibile l’esecuzione, o che fanno venire meno l’interesse di una delle parti a mantenere il rapporto contrattuale. La risoluzione è regolata dagli articoli 1453-1466 del Codice Civile e può avvenire per diverse ragioni, tra cui:
- Inadempimento (art. 1453 c.c.): è la causa più comune di risoluzione di un contratto. Si verifica quando una delle parti non adempie alle proprie obbligazioni in modo totale o parziale. L’altra parte, se non ha un interesse concreto a mantenere il contratto in vigore, può chiedere la risoluzione per inadempimento e ottenere eventualmente un risarcimento del danno.
Esempio: Se Tizio vende un bene a Caio ma non consegna il bene nei tempi stabiliti dal contratto, Caio può chiedere la risoluzione del contratto e, se necessario, ottenere un risarcimento per il danno subito.
- Impossibilità sopravvenuta (art. 1463 c.c.): è una causa di risoluzione che si verifica quando l’esecuzione del contratto diventa impossibile per cause non imputabili alle parti. In tal caso, la parte liberata dall’obbligazione non può pretendere l’adempimento dell’altra parte e viceversa.
Esempio: Se Tizio vende un bene a Caio, ma il bene viene distrutto da un incendio prima della consegna, il contratto può essere risolto per impossibilità sopravvenuta.
- Eccessiva onerosità (art. 1467 c.c.): un’altra causa di risoluzione è l’eccessiva onerosità sopravvenuta. Si applica ai contratti a esecuzione continuata o periodica, o a esecuzione differita, quando a seguito di eventi straordinari e imprevedibili l’esecuzione della prestazione da parte di una delle parti diventa eccessivamente onerosa. La parte svantaggiata può chiedere la risoluzione del contratto.
Esempio: se Tizio stipula un contratto di fornitura con Caio, ma a causa di un’improvvisa crisi economica il costo della materia prima per Tizio aumenta in modo esponenziale, rendendo il contratto troppo oneroso, Tizio può chiedere la risoluzione.
Rescissione del contratto
La rescissione, disciplinata dagli articoli 1447-1452 del Codice Civile, si riferisce a quei casi in cui un contratto, anche se valido al momento della sua conclusione, è stato stipulato in condizioni di squilibrio tra le parti. Si verifica, quindi, non a causa di inadempimenti o eventi successivi, ma a causa di vizi presenti al momento della scrittura del contratto.
Le principali cause di rescissione sono:
- Contratto concluso in stato di pericolo (art. 1447 c.c.): un contratto può essere rescisso se una delle parti ha stipulato l’accordo in uno stato di pericolo, sfruttato dall’altra parte per ottenere condizioni eccessivamente favorevoli.
Esempio: se Tizio, in uno stato di grave pericolo per la propria vita o salute, accetta di vendere a Caio un bene a un prezzo molto inferiore al suo valore reale, il contratto può essere rescisso.
- Contratto concluso in stato di bisogno (art. 1448 c.c.): un’altra causa di rescissione è lo stato di bisogno. In questo caso, una delle parti, trovandosi in una condizione economica sfavorevole, accetta di stipulare un contratto a condizioni sproporzionate e sfavorevoli. Per ottenere la rescissione, la parte lesa deve dimostrare sia lo stato di bisogno che la sproporzione tra le prestazioni.
Esempio: se Tizio, in gravi difficoltà economiche, vende a Caio un immobile di valore a un prezzo irrisorio per ottenere liquidità immediata, potrebbe chiedere la rescissione del contratto dimostrando il suo stato di bisogno e la sproporzione tra le prestazioni.
Differenze principali tra risoluzione e rescissione
A questo punto, possiamo evidenziare le principali differenze tra risoluzione e rescissione:
Causa della cessazione del contratto:
- La risoluzione si basa su eventi successivi alla conclusione del contratto, come l’inadempimento o l’impossibilità sopravvenuta.
- La rescissione si basa su vizi esistenti al momento della stipulazione del contratto, come lo stato di pericolo o di bisogno.
Effetti temporali:
- La risoluzione opera ex nunc, cioè dal momento in cui si verifica la causa di risoluzione (inadempimento, impossibilità, ecc.).
- La rescissione, invece, opera ex tunc, cioè ha effetto retroattivo, annullando il contratto sin dal momento della sua conclusione.
Tipologia di contratto:
- La risoluzione si applica a contratti validamente conclusi, ma divenuti inattuabili per cause sopravvenute.
- La rescissione si applica a contratti che, pur essendo formalmente validi, sono stati conclusi in situazioni di squilibrio tra le parti.
Rimedio e conseguenze:
- La risoluzione tende a ristabilire l’equilibrio tra le parti, con possibilità di ottenere risarcimenti per i danni subiti.
- La rescissione annulla il contratto per riportare le parti allo stato originario, ripristinando l’equilibrio attraverso la restituzione delle prestazioni.
Conclusione
Sia la risoluzione che la rescissione rappresentano strumenti giuridici essenziali per tutelare gli interessi delle parti in un rapporto contrattuale, ma si applicano in circostanze molto diverse. La risoluzione affronta problemi legati all’esecuzione del contratto a causa di eventi sopravvenuti, mentre la rescissione interviene quando il contratto è stato concluso in condizioni di squilibrio tra le parti.
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