A partire dallo scorso 17 dicembre, anche le aziende tra 50 e 249 lavoratori si sono dovute dotare di canali interni di segnalazione. Un’iniziativa che garantisce la libertà di informazione e combatte la corruzione nel settore pubblico e privato. Continua a leggere l’articolo per conoscere i dettagli.
Whisteblowing: significato
Il whistleblowing è un termine che si riferisce all’atto di un individuo che segnala o rivela informazioni su comportamenti illegali, non etici o scorretti all’interno di un’organizzazione. Questo atto è tipicamente compiuto da un dipendente o da un insider che ha conoscenza di attività illecite o comportamenti discutibili all’interno dell’azienda, istituzione o organizzazione di cui fa parte.
La persona che decide di fare il whistleblowing è chiamata “whistleblower“. Questi individui possono portare alla luce una vasta gamma di questioni, come:
- frodi
- corruzione
- discriminazione sul lavoro
- violazioni normative
- rischi per la sicurezza pubblica o ambientale
- altri comportamenti non etici o illegali.
Il whistleblowing può avvenire internamente, attraverso i canali di segnalazione interni all’organizzazione, o esternamente, attraverso agenzie governative, organizzazioni non governative o media. Alcune organizzazioni offrono specifici canali di whistleblowing per consentire ai dipendenti di segnalare le preoccupazioni in modo confidenziale, proteggendo così il whistleblowers da ritorsioni.
È importante notare che il whistleblowing può comportare rischi significativi per il whistleblower. Questi individui possono affrontare discriminazioni sul posto di lavoro, licenziamenti ingiustificati o altre forme di ritorsione da parte dell’organizzazione oggetto della segnalazione. Alcuni paesi hanno leggi che cercano di proteggere i whistleblowers, offrendo loro determinati diritti legali e protezioni contro ritorsioni.
Il whistleblowing è considerato da molti come un atto coraggioso e necessario per mantenere la trasparenza e l’integrità nelle organizzazioni. Le informazioni fornite dai whistleblowers possono essere cruciali nel rivelare pratiche illegali o non etiche, portando a investigazioni, sanzioni legali e cambiamenti positivi nelle politiche e nelle pratiche aziendali.
A cosa serve la direttiva?
Il decreto è volto a proteggere da possibili ritorsioni, coloro che danno informazioni. Tale protezione è stata estesa anche a soggetti diversi dal whistleblower, come ad esempio il “facilitarore” che aiuta a fare la segnalazione.
Il presidente Anac, Giuseppe Busia, ha ricordato che in quattro mesi sono ben 600 le segnalazioni, numero inevitabilmente destinato a crescere.
Illeciti segnalati
Nell’elenco delle segnalazioni rientrano:
violazioni del diritto dell’Unione Europea relative a
- appalti pubblici
- sicurezza e conformità dei prodotti
- sicurezza dei trasporti
- salute pubblica
- protezione dei consumatori
- tutela dell’ambiente
- radioprotezione e sicurezza nucleare
- sicurezza degli alimenti e dei mangimi e salute/benessere degli animali
In sintesi, il whistleblowing è un meccanismo chiave per il rilevamento e la prevenzione di comportamenti illeciti all’interno delle organizzazioni, promuovendo la responsabilità e la giustizia.
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