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Pensione complementare: la nuova frontiera della riforma previdenziale italiana

Pensione complementare la nuova frontiera della riforma previdenziale italiana

Pensione complementare la nuova frontiera della riforma previdenziale italiana

Perché serve una vera riforma?

Il sistema pubblico è sotto pressione per l'invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite. Serve una previdenza integrativa più forte per garantire pensioni adeguate in futuro.

Cos'è la pensione complementare?

È un risparmio su base volontaria per costruirsi una seconda pensione. Offre vantaggi fiscali e maggiore libertà di scelta. Può essere:

  • 📌 Fondo negoziale (es. Cometa, Fonchim)
  • 📌 Fondo aperto (banche, assicurazioni)

Educazione previdenziale

Molti lavoratori non conoscono i vantaggi dei fondi pensione. Anche redditi medi e bassi possono trarne beneficio, soprattutto con l'uso del TFR e gli incentivi fiscali.

Perché pochi iscritti?

Chi ha redditi bassi o lavori precari fatica a contribuire. Ma è proprio per queste persone che la previdenza complementare può fare la differenza.

RITA e pensione a 64 anni

Con la RITA, chi ha un fondo pensione può anticipare la pensione. Inoltre, nel sistema contributivo puro, dal 2025 si può uscire a 64 anni con almeno 20 anni di contributi e pensione pari a 3 volte l'assegno sociale.

Come rendere i fondi pensione accessibili

  • ✅ Adesione automatica con possibilità di recesso
  • ✅ Contributi pubblici per redditi bassi
  • ✅ Flessibilità per carriere discontinue
  • ✅ Educazione previdenziale diffusa

Conclusioni

È tempo di una riforma vera e strutturale. La pensione complementare non è più un'opzione, ma una necessità per garantire un futuro previdenziale sereno.

✅ Più libertà, ✅ Più sicurezza, ✅ Più possibilità

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Il futuro delle pensioni parte da qui

Negli ultimi anni, si è molto parlato di riforma delle pensioni, ma senza mai arrivare a una vera e propria rivoluzione del sistema. Dopo la riforma Fornero del 2012, sono nate numerose misure transitorie e temporanee come Ape Sociale, Opzione Donna, Quota 100, Quota 102, Quota 103 e altre ancora, ma nessuna ha davvero risolto i problemi strutturali del nostro sistema pensionistico.

 

Oggi, però, si inizia a delineare una strada diversa: quella della pensione complementare, vista non più come un’alternativa per pochi, ma come uno strumento indispensabile per garantire un futuro più sereno a tutti i lavoratori.

Continua a leggere l’articolo, per approfondire l’argomento.

 

Perché serve una vera riforma?

Il sistema pubblico di previdenza si basa sull’equilibrio tra lavoratori attivi e pensionati. Ma l’aumento dell’età media, la precarizzazione del lavoro e la riduzione delle nascite mettono sempre più in crisi questo equilibrio. Risultato? Le pensioni diventano sempre più lontane e sempre più basse.

 

Ecco perché molti esperti, sindacati e analisti concordano su un punto: affiancare alla pensione pubblica una previdenza integrativa più forte e accessibile è ormai fondamentale.

 

Cos’è la pensione complementare e perché è importante?

La pensione complementare è una forma di risparmio previdenziale su base volontaria, che permette al lavoratore di integrare l’assegno che riceverà dall’INPS. Si tratta, in sostanza, di costruirsi una seconda pensione, versando piccoli importi mensili in un fondo pensione.

Questi fondi possono essere:

 

  • Aderenti a contratti collettivi nazionali, promossi da sindacati e datori di lavoro (es. Cometa, Fonchim, PreviAmbiente);
  • Fondi aperti, gestiti da banche, assicurazioni o società di gestione del risparmio.

 

Il vantaggio? Oltre a una rendita futura, i versamenti danno benefici fiscali immediati e permettono una maggiore libertà nella gestione dell’uscita dal lavoro.

 

L’educazione previdenziale: il primo passo verso la sicurezza

Secondo Ignazio Ganga, Segretario Confederale della CISL, è fondamentale educare i lavoratori alla previdenza. Molti non conoscono i vantaggi dei fondi pensione o li percepiscono come strumenti adatti solo a chi ha stipendi alti.

Eppure, la pensione complementare può fare la differenza anche per chi ha un reddito medio o basso, soprattutto grazie agli incentivi fiscali e alla possibilità di usare il TFR per alimentare il fondo, anche con il meccanismo del silenzio-assenso.

 

Pochi iscritti ai fondi pensione: perché?

Il principale ostacolo alla diffusione della previdenza complementare è economico: chi guadagna poco fatica a mettere da parte qualcosa per il futuro. E chi ha un lavoro intermittente o instabile spesso non riesce nemmeno a costruirsi una continuità contributiva INPS.

 

Ma è proprio per queste persone che un sistema integrativo solido potrebbe fare la differenza. Oggi, con l’aliquota del 33% applicata sui salari lordi, chi guadagna poco avrà una pensione INPS inevitabilmente bassa. Se non si agisce ora, il rischio è che intere generazioni si trovino in povertà nella vecchiaia.

 

RITA e pensione a 64 anni: una nuova opportunità per chi ha un fondo pensione

Un altro motivo per aderire alla previdenza complementare è la possibilità di andare in pensione prima.

 

Grazie alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), introdotta alcuni anni fa, chi ha un fondo pensione può iniziare a ricevere una rendita anche prima dell’età pensionabile ordinaria.

 

Inoltre, dal 2025, chi è nel sistema contributivo puro (cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995), può andare in pensione a 64 anni con almeno 20 anni di contributi, ma solo se l’importo della pensione è pari almeno a 3 volte l’assegno sociale (circa 1.616€ al mese nel 2025).

 

Con la pensione complementare, si può colmare il gap e raggiungere quella soglia, anticipando così l’uscita dal lavoro.

 

Come rendere i fondi pensione davvero accessibili a tutti

Per trasformare la pensione complementare da privilegio per pochi a strumento di massa, serve:

  • Incentivare l’adesione automatica, lasciando al lavoratore la possibilità di uscire solo se lo desidera (silenzio-assenso);
  • Prevedere contributi aggiuntivi pubblici per lavoratori a basso reddito;
  • Rendere più flessibile l’accesso ai fondi pensione anche per chi ha carriere discontinue;
  • Diffondere una vera cultura previdenziale, partendo dalle scuole e dai luoghi di lavoro.

 

Conclusioni: la pensione del futuro si costruisce oggi

La riforma delle pensioni non può più basarsi solo sulla revisione dell’età di uscita o dei coefficienti di calcolo. Serve un nuovo approccio strutturale, che riconosca l’importanza di affiancare la previdenza pubblica a quella integrativa, rendendola davvero accessibile a tutti.

 

✅ Pensione complementare = più libertà, più sicurezza, più possibilità

✅ Un fondo pensione può significare pensione più alta o uscita anticipata

✅ È ora di educare i lavoratori al proprio futuro previdenziale

 

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