Il cambiamento climatico rende sempre più frequenti e intensi i periodi di caldo estremo in tutto il mondo. Tuttavia, non tutte le persone hanno la stessa capacità di affrontare le alte temperature. Il concetto di cooling poverty, o “povertà legata al raffreddamento”, mette in evidenza come le disuguaglianze economiche e sociali amplificano gli effetti negativi del caldo estremo su determinate fasce della popolazione. Questo fenomeno rappresenta una crescente minaccia per la salute pubblica e mette in luce profonde disparità nell’accesso a soluzioni di raffreddamento e infrastrutture resilienti.
Le disuguaglianze sociali e il caldo estremo
La cooling poverty colpisce principalmente le persone e le famiglie a basso reddito, che non possono permettersi di investire in sistemi di raffreddamento come condizionatori d’aria o ventilatori, né tantomeno di sostenerne i costi energetici elevati. Questo divario economico diventa ancora più evidente durante le ondate di calore, quando la mancanza di accesso a tecnologie di raffreddamento può trasformarsi in un fattore letale.
Le fasce di popolazione più vulnerabili includono:
- Anziani: le persone anziane hanno una minore capacità di termoregolazione, il che li rende più suscettibili ai colpi di calore. Molti di loro vivono con redditi fissi o limitati e non possono permettersi costi energetici aggiuntivi.
- Bambini: i bambini piccoli sono particolarmente a rischio durante le ondate di calore, poiché il loro corpo non è ancora completamente sviluppato per gestire l’aumento delle temperature. Le famiglie a basso reddito spesso vivono in case senza aria condizionata o con un’isolazione termica inadeguata.
- Persone con disabilità o malattie croniche: questi individui richiedono spesso ambienti a temperatura controllata per mantenere stabili le loro condizioni di salute. Tuttavia, la mancanza di accesso a sistemi di raffreddamento può aggravare le loro condizioni, esacerbando i sintomi o riducendo la loro capacità di reagire al caldo estremo.
- Lavoratori all’aperto e a basso reddito: agricoltori, operai edili e altri lavoratori che passano molto tempo all’aperto sono particolarmente esposti ai rischi del caldo. Spesso non possono prendersi pause sufficienti o lavorare in ambienti rinfrescati, aumentando il rischio di malattie legate al calore.
Implicazioni per la salute pubblica
Il caldo estremo è uno dei principali fattori di rischio per la salute a livello mondiale, causando un aumento dei ricoveri ospedalieri e, in molti casi, decessi. Le ondate di calore sono associate a un aumento di condizioni come il colpo di calore, disidratazione, insufficienza renale, e aggravamento di malattie cardiache e respiratorie.
Le persone che vivono in cooling poverty sono particolarmente esposte a queste condizioni a causa della mancanza di un’adeguata difesa contro il caldo. Spesso non hanno accesso a informazioni tempestive su come proteggersi durante i periodi di caldo estremo e non dispongono delle risorse per adottare misure preventive. Inoltre, abitano spesso in quartieri densamente popolati o in alloggi sociali con scarso isolamento termico, che trattengono il calore e peggiorano ulteriormente le condizioni interne delle case.
Cambiamenti climatici e caldo estremo
Il cambiamento climatico sta esacerbando le disuguaglianze globali nel campo della cooling poverty. Le regioni già soggette a temperature elevate, come il Medio Oriente, il Sud-Est asiatico e parti dell’Africa, sono quelle che vedranno gli aumenti più drammatici delle temperature. Paradossalmente, queste stesse regioni tendono a essere anche tra le meno preparate a livello infrastrutturale per affrontare le conseguenze del caldo estremo.
Nei paesi più sviluppati, come gli Stati Uniti e l’Europa, il cambiamento climatico sta portando a ondate di calore più frequenti anche in regioni tradizionalmente temperate, dove molte case non sono dotate di condizionatori d’aria perché storicamente non sono mai stati necessari. Questo fenomeno crea nuovi focolai di cooling poverty, in particolare tra gli anziani e le famiglie a basso reddito.
A livello globale, le disuguaglianze climatiche riflettono le disuguaglianze economiche: i paesi con le minori emissioni storiche di gas serra sono quelli che subiscono i peggiori impatti del riscaldamento globale. Questi stessi paesi spesso non hanno le risorse necessarie per adattarsi, né in termini di infrastrutture, né di politiche pubbliche per mitigare gli effetti del caldo.
Infrastrutture e accesso alle soluzioni di raffreddamento
Uno degli aspetti chiave del problema della cooling poverty è l’assenza di infrastrutture adeguate nelle aree a basso reddito o nelle regioni colpite più duramente dal cambiamento climatico. Le case di molte famiglie povere sono spesso costruite con materiali che trattengono il calore, senza un isolamento adeguato. Inoltre, l’accesso all’elettricità è spesso intermittente o troppo costoso per alimentare i sistemi di raffreddamento.
In tanti paesi in via di sviluppo, la mancanza di accesso a un’energia elettrica affidabile rappresenta una barriera enorme per l’uso di soluzioni di raffreddamento. Anche nei paesi sviluppati, il costo crescente dell’elettricità, combinato con la stagnazione dei salari, rende il raffreddamento degli ambienti domestici un lusso per molte famiglie. Di conseguenza, molte persone si trovano costrette a scegliere tra il pagamento delle bollette energetiche e altre necessità di base, come il cibo o l’assistenza sanitaria.
L’urbanizzazione e la progettazione delle città giocano un ruolo cruciale nella diffusione della cooling poverty. Le isole di calore urbane, create dall’accumulo di calore nei materiali di costruzione e dalla mancanza di spazi verdi, possono far aumentare notevolmente le temperature nelle aree più povere delle città. Questi quartieri, spesso privi di alberi e parchi, sono quelli che soffrono maggiormente l’effetto del caldo, aggravando ulteriormente la disuguaglianza nell’accesso al raffreddamento.
Soluzioni e politiche pubbliche
Per affrontare la cooling poverty, è necessario un approccio integrato che coinvolga sia il miglioramento delle infrastrutture che politiche pubbliche mirate. Alcune possibili soluzioni includono:
- Incentivi per il raffreddamento efficiente: i governi potrebbero introdurre incentivi economici per l’acquisto di sistemi di raffreddamento più efficienti dal punto di vista energetico, come ventilatori e condizionatori a basso consumo.
- Programmi di assistenza energetica: espandere i programmi di assistenza energetica per aiutare le famiglie a basso reddito a pagare le bollette elettriche durante i periodi di caldo estremo.
- Miglioramento dell’isolamento delle abitazioni: investire in programmi di ristrutturazione per migliorare l’isolamento termico delle case e rendere le abitazioni più efficienti nel trattenere il fresco senza aumentare il consumo energetico.
- Aumento degli spazi verdi urbani: le città possono investire nella creazione di parchi e spazi verdi, che non solo migliorano la qualità della vita, ma riducono anche l’effetto delle isole di calore urbane.
Conclusione
La cooling poverty non è solo una questione economica o climatica, ma un problema di giustizia sociale e salute pubblica. Le disuguaglianze nell’accesso alle risorse per affrontare il caldo estremo riflettono le più ampie disuguaglianze strutturali nella nostra società. Solo attraverso politiche pubbliche inclusive e infrastrutture resilienti si potrà mitigare l’impatto del cambiamento climatico e proteggere le popolazioni più vulnerabili dai pericoli del caldo estremo.
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