Indice
- Cos’è una procedura di fallimento?
- Cause del fallimento
- Quando e come si verifica una procedura di fallimento?
- Passaggi della procedura fallimentare
- Presentazione dell’istanza di fallimento
- Esame della domanda
- Nomina del curatore fallimentare
- Sospensione dell'attività e inventario del patrimonio
- Piano di liquidazione
- Liquidazione dei beni
- Chiusura del fallimento
- Tipi di procedure di fallimento
- Effetti del fallimento
- Il caso Tupperware
- Conclusioni
Cos’è una procedura di fallimento?
Cause del fallimento
Quando e come si verifica una procedura di fallimento?
Passaggi della procedura fallimentare
Presentazione dell’istanza di fallimento
Esame della domanda
Nomina del curatore fallimentare
Sospensione dell'attività e inventario del patrimonio
Piano di liquidazione
Liquidazione dei beni
Chiusura del fallimento
Tipi di procedure di fallimento
Effetti del fallimento
Il caso Tupperware
Conclusioni
Il recente annuncio di difficoltà finanziarie di Tupperware, l’iconico marchio americano di contenitori per alimenti, ha scosso il mercato globale e ha portato molti a domandarsi cosa significhi esattamente affrontare un fallimento. Ma cosa comporta una procedura di fallimento? Come si arriva a questa situazione? E quali sono i passi che un’azienda come Tupperware potrebbe dover seguire? Questo articolo offre una panoramica generale sulla procedura di fallimento, spiegando quando e come si verifica.
Cos’è una procedura di fallimento?
Il fallimento, in termini giuridici, è una procedura giudiziaria prevista per quelle imprese che non riescono più a far fronte ai propri debiti e non sono in grado di mantenere la continuità aziendale. Il fallimento segna l’interruzione delle attività ordinarie dell’impresa, la quale viene sottoposta a un controllo da parte del tribunale per la liquidazione del proprio patrimonio, con l’obiettivo di soddisfare i creditori.
Questa procedura si basa su principi di equità, trasparenza e protezione dei creditori, oltre che sul tentativo di salvaguardare, ove possibile, l’occupazione e la continuità aziendale. Esistono diversi tipi di procedure fallimentari, ma generalmente tutte seguono alcuni passaggi chiave.
Cause del fallimento
Prima di entrare nei dettagli della procedura fallimentare, è utile comprendere le cause che possono portare un’azienda a questo punto critico. I motivi del fallimento di un’impresa possono essere molteplici:
- Gestione inadeguata: errori nella gestione aziendale, come una cattiva pianificazione finanziaria, possono rapidamente portare a problemi di liquidità.
- Calamità economiche o settoriali: la crisi economica, i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, la concorrenza sempre più agguerrita, o cambiamenti strutturali nei mercati possono ridurre i profitti e aumentare i debiti.
- Innovazione e tecnologia: aziende che non riescono a innovarsi o a stare al passo con i cambiamenti tecnologici (come potrebbe essere nel caso di Tupperware con la concorrenza di alternative più moderne o ecologiche) vedono diminuire la loro capacità di rimanere competitive.
- Sovraindebitamento: l’azienda contrae più debiti di quanto sia in grado di sostenere, portandola in una spirale di insolvenza.
- Pandemie o eventi imprevisti: Situazioni straordinarie come una pandemia globale (ad esempio, COVID-19) possono mettere a dura prova la capacità di un’impresa di operare e generare profitti.
Quando e come si Verifica una procedura di fallimento?
La procedura di fallimento generalmente inizia quando l’impresa si trova in una situazione di insolvenza. L’insolvenza è definita come l’incapacità di un’azienda di pagare i propri debiti alla loro scadenza. Quando ciò avviene, un creditore o l’azienda stessa può richiedere al tribunale di aprire la procedura fallimentare.
Passaggi della procedura fallimentare
Presentazione dell’istanza di fallimento: la prima fase della procedura consiste nella presentazione di una domanda di fallimento, che può essere avanzata dall’impresa stessa o da uno o più creditori. In alcuni casi, la procedura può essere avviata anche da altre parti, come un tribunale o un’autorità fiscale.
- Esame della domanda: il tribunale competente esamina la domanda per accertare che l’impresa si trovi effettivamente in una situazione di insolvenza. Questo avviene tramite l’analisi dei bilanci aziendali, delle dichiarazioni fiscali e dei flussi di cassa. Se il tribunale accerta che l’azienda non è più in grado di pagare i propri debiti e non ha sufficienti risorse finanziarie per coprire i propri costi operativi, può dichiarare l’apertura della procedura di fallimento.
- Nomina del curatore fallimentare: una volta dichiarato il fallimento, il tribunale nomina un curatore fallimentare, un professionista incaricato di gestire e supervisionare la liquidazione del patrimonio aziendale. Il curatore ha il compito di salvaguardare gli interessi dei creditori, assicurandosi che il processo di liquidazione sia condotto in maniera equa e trasparente.
- Sospensione dell’attività e inventario del patrimonio: durante questa fase, le attività operative dell’impresa vengono generalmente sospese o limitate. Il curatore fallimentare avvia un processo di inventario, valutando tutti i beni dell’azienda, tra cui immobili, macchinari, attrezzature, brevetti, marchi, e diritti di proprietà intellettuale. L’obiettivo è quello di determinare il valore totale delle attività aziendali da liquidare.
- Piano di liquidazione: una volta che l’inventario è completato, il curatore sviluppa un piano di liquidazione che stabilisce come distribuire il ricavato della vendita dei beni aziendali tra i vari creditori. I creditori vengono classificati in base alle priorità legali, con quelli garantiti (che hanno fornito garanzie collaterali) che vengono pagati per primi, seguiti da quelli chirografari (senza garanzie).
- Liquidazione dei beni: il curatore procede alla vendita dei beni aziendali tramite aste pubbliche o trattative private. Questo processo può durare mesi, a volte anni, a seconda della complessità dell’azienda e della quantità di beni da vendere.
- Chiusura del fallimento: una volta che tutti i beni sono stati venduti e i creditori sono stati soddisfatti, la procedura di fallimento viene chiusa. Se rimangono debiti non pagati dopo la liquidazione, l’impresa potrebbe essere dichiarata insolvente e i debiti residui possono essere cancellati, almeno per quanto riguarda l’azienda.
Tipi di procedure di fallimento
Le aziende possono essere soggette a diversi tipi di procedure fallimentari, tra cui:
- Liquidazione giudiziaria: si tratta del tipo di fallimento più comune, dove l’azienda cessa di esistere una volta completato il processo di liquidazione.
- Amministrazione controllata o concordato preventivo: alcune giurisdizioni permettono all’azienda di ristrutturare i propri debiti tramite accordi con i creditori, continuando le proprie attività sotto la supervisione di un amministratore nominato dal tribunale.
- Procedura di salvataggio: in alcuni paesi, esistono leggi che permettono alle aziende in difficoltà di intraprendere una procedura di ristrutturazione per tentare di salvare l’attività e evitare il fallimento definitivo, come il famoso Chapter 11 negli Stati Uniti.
Effetti del fallimento
Il fallimento di un’impresa comporta conseguenze significative:
- Per l’azienda: nella maggior parte dei casi, l’azienda cessa di esistere. In altri casi, se è possibile una ristrutturazione, l’impresa può continuare ad operare, ma sotto condizioni severe.
- Per i dipendenti: i dipendenti possono perdere il proprio posto di lavoro, anche se in alcune procedure di salvataggio vi sono piani per mantenere parte della forza lavoro.
- Per i creditori: i creditori possono subire perdite significative, specialmente se non sono garantiti. Tuttavia, una parte dei loro crediti può essere recuperata tramite la liquidazione dei beni aziendali.
- Per i clienti e i fornitori: i clienti potrebbero vedere interrotti i rapporti commerciali, mentre i fornitori potrebbero perdere gli importi a credito non ancora saldati dall’azienda.
Il caso Tupperware
Nel caso di Tupperware, una delle possibili cause della crisi è stata l’incapacità di adeguarsi alle nuove esigenze del mercato e alla crescente concorrenza di alternative più moderne e più economiche. La riduzione delle vendite, combinata con una gestione finanziaria potenzialmente inefficace, ha portato l’azienda a un rischio di insolvenza.
Tupperware, marchio storico nato negli anni ’40 e famoso per i suoi celebri contenitori ermetici per alimenti, ha cercato di rinnovarsi negli ultimi anni, ma potrebbe non essere riuscito a contrastare la concorrenza di alternative tecnologiche o ecologiche.
Conclusioni
Il fallimento è una procedura complessa e altamente regolamentata che può avere un impatto devastante sull’impresa, sui suoi dipendenti e sui suoi creditori. Sebbene rappresenti la fine delle attività per molte aziende, in alcuni casi, con procedure di ristrutturazione adeguate, può offrire una seconda chance all’impresa.
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