In assenza dei contributi si può percepire la pensione minima? Cosa spetta alle casalinghe? Continua a leggere l’articolo per approfondire l’argomento.
In Italia sono tante le persone che si sono dedicate a tempo pieno alla cura della casa e della famiglia o che hanno lavorato irregolarmente senza versare i contributi. In questi casi, spetta la pensione di anzianità?
Esiste una tipologia di assistenza minima, che veniva definita pensione sociale, capace di sostenere i bisogni dei cittadini che diventano anziani. L’importo è decisamente inadeguato, ma d’altronde, le pensioni in generale hanno subito abbassamenti di importo.
L’aspetto positivo per tutti coloro che sono stati inoccupati durante la loro vita, è che non sussiste il problema del calcolo dei contributi normalmente utile a determinare la cifra che spetta.
Scopriamo insieme quanto c’è da sapere.
Pensione di vecchiaia: età per ottenerla e modalità di accesso
La pensione detta di vecchiaia o di anzianità si raggiunge nel rispetto del requisito anagrafico richiesto. La soglia di età viene adeguata ogni due anni sulla base delle rilevazioni sulla mortalità compiute dall’ISTAT.
Negli ultimi anni si sono verificati incrementi di due o tre mesi ogni biennio.
Fatta eccezione di invalidi, carengiver e disoccupati di lungo corso, l’età per ottenere la pensione di vecchiaia è 67 anni. Tale soglia fa riferimento ai lavoratori che hanno accumulato almeno 20 anni di contributi.
Coloro che hanno maturato almeno 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992, può accedere (grazie alla “riforma Amato”), alla pensione di anzianità al compimento dei 67 anni.
Per coloro che non hanno contributi versati antecedenti al 1996, ma che hanno almeno 5 anni di contributi, l’età pensionabile sale a 71 anni.
Quale pensione è prevista per chi non ha mai lavorato?
Coloro che non hanno versato mai contributi, possono ottenere l’assegno sociale che è una prestazione assistenziale. Si tratta, più precisamente, di un trattamento riservato a chi versa in condizioni economiche di disagio dimostrate dai redditi dichiarati.
Una differenza sostanziale tra pensione ed assegno sociale, è che in caso di decesso del titolare, il secondo non prevede la reversibilità.
A quanto ammonta l’assegno sociale?
L’assegno sociale corrisponde, per il 2023, a 513,27 euro per tredici mensilità.
Si ottiene presentando domanda all’INPS se in possesso dei seguenti requisiti:
- 67 anni compiuti
- Cittadinanza italiana
- Stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno
- Avere la residenza in Italia da almeno 10 anni
- Non superare annualmente 6.5085,02 (singola persona) oppure 13.085,02 se si è sposati.
Nel limite di reddito non rientrano le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento, i redditi figurativi della casa di abitazione, gli indennizzi per i danneggiati da vaccinazioni obbligatorie o emotrasfusioni, eventuali sussidi erogati da Enti pubblici, se non hanno carattere di continuità.
L’assegno sociale prevede una riduzione in caso di ricovero presso istituti con rette a carico dello Stato o di enti pubblici.
Gli invalidi civile con almeno il 74% di invalidità, una volta compiuti 67 anni, possono ottenere la conversione della pensione di invalidità in assegno sociale.
Quale pensione è prevista per le casalinghe?
In questo caso si fa riferimento al Fondo pensione casalinghe gestito dall’INPS. L’iscrizione al fondo è possibile fino a 65 anni e prevede il versamento di contributi volontari per un minimo di 5 anni. Ogni anno occorre versare 310 euro. Inoltre, bisogna iscriversi all’INAIL con la polizza casalinghe che tutela da infortuni domestici.
Raggiunto il requisito, si può ottenere la pensione di vecchiaia il cui importo dipende dal calcolo contributivo: assegno sociale aumentato del 20%.
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