Irpef, Ires, Irap sono tre imposte da pagare allo Stato italiano e prevedono aliquote, modelli di pagamento e scadenze specifiche.
L’Italia, purtroppo, ha conquistato la cima della classifica dei Paesi che esercitano la maggiore pressione fiscale, seguita da Danimarca, Francia e Svezia.
Dato il cospicuo numero di tasse da versare annualmente è facile confondersi rispetto a scadenze e modalità di pagamento.
Continua a leggere l’articolo per scoprire tutto quello che c’è da sapere per mantenersi in regola.
Irpef: che cos’è
L’Irpef viene pagata da oltre il 40% degli italiani, costituisce un’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, regolata dal TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e rappresenta un terzo degli introiti del cassetto dello Stato.
Tale imposta, in vigore dal 1973, fa incassare allo Stato 180 miliardi di euro circa e viene adoperata per migliorare tutte le strutture statali come ospedali, strade, scuole.
Si tratta di un’imposta diretta, personale e progressiva. Detto in altri termini significa che agisce direttamente sul reddito, viene pagata da ogni contribuente che produce reddito e cresce in proporzione al reddito annuo percepito.
Irpef: chi la paga
L’Irpef dev’essere obbligatoriamente pagata da tutte le persone fisiche che producono reddito in Italia anche se non vi risiedono.
Per la precisione devono pagarla i seguenti soggetti:
- lavoratori dipendenti
- lavoratori autonomi
- imprese
- persone fisiche che percepiscono un reddito da capitale o fondiario.
Irpef: come si paga
L’Irpef si paga direttamente nella busta paga o nella pensione che subisce un decurtamento proporzionato al reddito lordo prodotto dal contribuente.
Con un reddito compreso tra zero e 15.000 euro annui, l’aliquota corrisponde al 23% con un ammontare massimo per scaglione di 3450 euro. Tra 15.001 e 28.000 euro, l’aliquota è del 25%. Tra 28.001 e 50.000 euro è del 35%. euro La più alta corrisponde al 43% e fa riferimento a chi percepisce un reddito annuo superiore a 75.000 euro.
Irpef: come si calcola
Il calcolo dell’Irpef è estremamente semplice, ma bisogna essere attenti a rispettare la progressività dell’imposta.
In pratica, al III scaglione, ad esempio, l’Irpef del 35% non va calcolata su tutta la cifra, ma solo sulla parte eccedente rispetto a 28.001 euro.
Per stabilire il reddito imponibile bisogna sottrarre dal reddito lordo gli oneri deducibili e la deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze (quando si è proprietari di un’immobile, si paga meno Irpef).
Fatto questo, si ottiene il Reddito Imponibile a cui si possono applicare le aliquote.
Facciamo un esempio concreto: immaginiamo di avere un reddito imponibile di 22.000 euro annui, quindi rientriamo nel II scaglione:
parte eccedente i 15.000euro:22.000 – 15.000= 7.000 euro.
Alla parte eccedente applichiamo il 27% di aliquota 7.000/100X27=1890.
Per il II scaglione, l’Irpef da versare corrisponde a 3450 euro annui + 27% sulla parte eccedente i 15.00 euro, vale a dire 3450 + 1890= 5340 euro che costituisce l’imposta lorda.
A tale imposta vengono applicate eventuali detrazioni riconosciute come i famigliari a carico e le spese sostenute.
Irpef: aliquota media
L’aliquota media Irpef viene calcolata ai fini del pagamento dell’imposta dovuta sugli emolumenti arretrati, vale a dire sui redditi formati in un periodo di tempo passato e lungo, ma che vengono incassati dal contribuente in un’unica soluzione che non coincide con quello della loro produzione.
In questo caso si parla di tassazione separata, ed un tipico esempio è costituito dalle indennità prodotte durante il periodo di attività di un’impresa, ma che sono incassate solo alla sua cessazione.
Conguaglio Irpef
Abbiamo visto che l’Irpef è un’imposta che tutti i cittadini devono pagare sul reddito da lavoro dipendente o autonomo. Se sei un pensionato o un lavoratore dipendente, ogni anno devi aspettarti il conguaglio Irpef, vale a dire un ricalcolo delle imposte dovute.
Le ragioni che possono variare l’importo dovuto sono:
un aumento o una riduzione delle aliquote Irpef, un aumento o una riduzione delle addizionali comunali e regionali, l’aumento del reddito, il cambio di lavoro, la nascita di un figlio.
Per queste ragioni, alla fine dell’anno il datore di lavoro provvede al ricalcolo da cui può conseguire:
- le tasse versate corrispondono a quelle dovute
- le tasse versate sono inferiori a quelle dovute e quindi la busta paga risulterà più bassa
- le tasse versate sono maggiori di quelle dovute e quindi la busta paga risulterà più alta di quelle relativi ai mesi precedenti.
Quando il conguaglio risulta a debito, l’importo si può pagare in un’unica soluzione oppure a rate. Questa seconda opzione può essere scelta quando si presenta la dichiarazione dei redditi. Il tasso d’interesse applicato alla rateizzazione varia dallo 0,33 allo 0,44%.
Ires: che cos’è
Ires è l’Imposta sul reddito delle società e viene applicata al patrimonio generato da queste entità in maniera proporzionale.
Riguarda, in particolare, le società di capitali come S.r.l., S.p.a., S.a.p.a., le cooperative, gli enti commerciali ed è calcolata sul reddito d’impresa.
L’Ires è in vigore dal 2008 per sostituire l’Irpeg, avvicinando il nostro sistema fiscale agli standard della comunità europea.
Ires: come si calcola
L’Ires ha un’aliquota fissa del 24% (come stabilito dalla Legge di Bilancio 2017 ) che viene applicata al reddito ante imposte contenuto nel conto economico delle società di capitali, a cui vanno sommate le variazioni in aumento e in diminuzione del reddito.
Non tutti i costi societari sono deducibili ai fini Ires, quindi la determinazione dell’imposta da pagare richiede un calcolo complesso che richiede l’intervento di professionisti e di software.
L’elenco che fa riferimento alla deducibilità dei costi è lungo e varia di anno in anno nel rispetto degli aggiornamenti alla normativa fiscale.
Irap: che cos’è
L’Irap è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive e oltre il 90% del suo gettito entra nelle casse delle Regioni per finanziare il fondo sanitario nazionale.
Dal 01/01/2022 tale imposta si riferisce solo ai redditi prodotti dalle società di capitali, le società di persone, gli enti commerciali e gli enti del terzo settore. Non rientrano i redditi prodotti da lavoratori autonomi e dalle ditte individuali.
Irap: come si calcola
Per calcolare la base imponibile dell’Irap bisogna eseguire i seguenti calcoli:
- trovare la differenza tra valore e costi della produzione che sono presenti nel bilancio civilistico
- sommare questa cifra ai costi del personale dipendente e gli interessi inclusi nelle rate dei leasing
- sottrarre l’eventuale deduzione che spetta per costo del personale a tempo indeterminato e la deduzione forfettaria
- moltiplicare la cifra che risulta per l’aliquota Irap prevista.
A tale proposito, occorre precisare che non esiste una sola aliquota perché le Regioni hanno facoltà di effettuare modifiche.
Per conoscerla, consigliamo di consultare il sito del Ministero di economia e finanza.
I termini ordinari per il versamento della prima rata di acconto e del saldo Irap scadono l’ultimo giorno del sesto mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta.
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