Ora che la legge ha esteso il diritto di congedo anche ai neo-papà, come funziona il divieto di licenziamento in questi casi? Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Quando spetta il congedo di paternità?
Con il D. Lgs n.105/2022, che ha introdotto l’articolo 27-bis del D. Lgs n. 151/2001, in vigore dal 13 agosto 2022 – nel rispetto di una direttiva europea relativa all’equilibrio tra lavoro ed ambito familiare – è stato introdotto il congedo di paternità obbligatorio. Tale diritto era già contenuto nel Testo unico sulla tutela della maternità e paternità a tutti i padri lavoratori dipendenti, compresi i casi di contratto a termine.
Il congedo di paternità consente di astenersi dal lavoro per 10 giorni lavorativi da scegliere nel periodo tra i due mesi che precedono la data presunta del parto ed il quinto mese successivo alla nascita: in pratica è lo stesso periodo relativo all’astensione obbligatoria per le donne in gravidanza e che diventano mamme.
Nei casi di parti gemellari, il congedo parentale sale a 20 giorni.
Congedo di paternità: cosa fare per ottenerlo
Il periodo di congedo di paternità può essere adoperato prendendo tutti i giorni che spettano in via continuativa, oppure diviso in diverse giornate durante il periodo consentito. Non può essere invece frazionato ad ore.
Per usufruirne, il padre lavoratore deve presentare una comunicazione scritta al datore di lavoro rispettando un preavviso di almeno 5 giorni.
Il congedo di paternità può essere adoperato anche nello stesso periodo in cui la madre lavoratrice si trova in congedo di maternità.
Tutto il periodo di congedo prevede un’indennità del 100% della retribuzione e da contribuzione previdenziale figurativa.
Congedo di paternità: quanto dura il divieto di licenziamento
Durante la fruizione del congedo di paternità e fino ad un anno di vita del figlio, il datore di lavoro non può licenziare il dipendente. La legge, infatti, ha esteso anche ai padri lavoratori il divieto di licenziamento esattamente come previsto nel caso delle lavoratrici madri o in stato di gravidanza.
Il divieto di licenziamento è valido anche per il congedo di paternità alternativo, previsto in caso di:
- morte o grave infermità della madre
- abbandono del bambino
- affidamento esclusivo al padre
Qualora il datore di lavoro intimasse un licenziamento, esso è assolutamente nullo e non produce conseguenze giuridiche.
In quali casi è possibile licenziare durante il congedo di paternità?
In alcuni casi è possibile licenziare il lavoratore durante il congedo di paternità:
- per “giusta causa”
- cessazione dell’attività
- scadenza del contratto di lavoro
- termine della prestazione per la quale è avvenuta l’assunzione
- esito negativo al periodo di prova
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