Dal 1° gennaio 2023 possiamo salutare Quota 102 perché per andare in pensione bisognerà avere 62 anni e 41 di contributi.
Questo significa che scende l’età minima per il pensionamento a 62 anni, ma si alza il tetto minimo di contributi che arriva a 41 anni.
Quota 103 archivierà Quota 102 che a sua volta aveva messo da parte Quota 100, nel pratico, entrambe le misure potranno essere adoperate anche nel 2023. Tale normativa, infatti, ne prevede la scadenza solo rispetto ai requisiti e non per la domanda di pensione.
Complessivamente, il pacchetto pensioni 2023 ha un valore di 850 milioni circa, se si considera anche la rivalutazione maggiorata delle minime che da sola vale 210 milioni.
E’ evidente che la misura non risolve la questione legata al sistema previdenziale del nostro Paese, ma evita il ritorno alla legge Fornero, tanto criticata da Salvini.
Di certo, il sistema pensionistico italiano rimane tra i più articolati in Europa: basti pensare che è possibile andare in pensione adoperando una delle nove modalità previste attualmente.
Dalla Quota 100 alla Quota 103: tutti i cambiamenti
Fino al 31 dicembre 2021 era possibile andare in pensione con Quota 100 se si avevano 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi. Tale misura è durata dal 2019 al 2021 fino a quando, a partire dal 1° gennaio 2022 l’età utile è salita a 64 anni.
Rimane un’intera classe di lavoratori, quella del 1960, che sembra essere stata dimenticata dai governi nel corso di tutte le modifiche normative. Questi lavoratori si sono trovati ad avere un’età che nel 2021 non gli ha dato accesso a Quota 100, nel 2022 avevano 62 anni e 39 di contributi, mentre servivano 64 anni. Dal prossimo anno, i nati nel 1960 avranno 40 anni di contributi, ma Quota 103 ne richiede 41.
Quota 103: caratteristiche
Quota 103 è una misura destinata a coinvolgere meno lavoratori impattando in modo più limitato sulle casse statali. In quanto misura temporanea, non includerà alcuni lavoratori che dovranno auspicare un’eventuale riforma per andare prima in pensione. Il numero di coloro che potranno andare in pensione si riduce a 48 mila persone.
Con Quota 103 potranno ottenere il pensionamento anticipato ed agevolato soprattutto chi ha iniziato a lavorare a 21 anni (62 anni di età e 41 di contributi), contro i 26 anni previsti dalla Quota 102.
Per quanto riguarda l’assegno, Giorgia Meloni ha precisato che la pensione liquidata con Quota 103 non potrà superare la soglia di 5 volte il minimo. Questo significa che la cifra massima potrà variare da 2.670 a 2.850 euro.
Resta da capire se il Tesoro procederà nei calcoli considerando l’importo più basso del 2022 o del 2023 visto che annualmente le pensioni aumentano per effetto dell’inflazione.
Sei un neo pensionato in attesa del TFS, ma non intendi aspettare i tempi lunghi di pagamento previsti dallo Stato? Compila il form per un preventivo gratuito.