La cessione del quinto è una forma di prestito molto popolare in Italia, ma molte persone si chiedono se il proprio datore di lavoro possa rifiutarsi di accettare una pratica di cessione del quinto. In questo articolo, spiegheremo la questione in dettaglio, illustrando come funziona la cessione del quinto, quali sono i diritti e i doveri del datore di lavoro e cosa fare in caso di rifiuto.
Cos’è la cessione del quinto?
La cessione del quinto è una forma di prestito personale in cui la rata mensile del prestito è automaticamente trattenuta dallo stipendio del richiedente. Il termine “quinto” deriva dal fatto che la rata non può superare un quinto (20%) dello stipendio o della pensione del richiedente.
Caratteristiche principali della cessione del quinto
- La rata è trattenuta direttamente dal datore di lavoro e quindi non c’è rischio di mancati pagamenti.
- È aperta a dipendenti pubblici, privati e pensionati.
- Le condizioni, inclusi tassi di interesse e durata del prestito, sono regolamentate dalla legge.
Diritti e doveri del datore di lavoro
Il datore di lavoro svolge un ruolo chiave nella cessione del quinto. Ecco quali sono i suoi diritti e doveri:
Dovere di trattenuta
Il datore di lavoro è obbligato per legge a trattenere la rata del prestito direttamente dallo stipendio del dipendente e a trasferirla all’istituto finanziatore. Questo è un dovere fondamentale e non può essere rifiutato.
Verifica delle condizioni contrattuali
Il datore di lavoro ha il diritto di verificare che il contratto di cessione del quinto sia legale e rispetti le condizioni previste dalla legge. Tuttavia, questa verifica riguarda principalmente aspetti formali e non la valutazione della richiesta in termini di merito creditizio.

Diritti e doveri del datore di lavoro
Rifiuto eccezionale
In circostanze eccezionali, il datore di lavoro può rifiutarsi di accettare una pratica di cessione del quinto se, ad esempio, il contratto non rispetta i requisiti di legge o se il dipendente ha già altre trattenute sullo stipendio che raggiungono la soglia massima consentita. Tuttavia, tali situazioni sono rare.
Cosa fare in caso di rifiuto
Se il datore di lavoro rifiuta ingiustamente di accettare una pratica di cessione del quinto, il dipendente può fare le seguenti azioni:
- Chiedere al datore di lavoro una motivazione scritta per il rifiuto.
- Contattare l’istituto finanziatore per risolvere la questione.
- Ricorrere all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) se si ritengono violati i propri diritti.
In generale, il datore di lavoro non può rifiutarsi di accettare una pratica di cessione del quinto in modo arbitrario. Questa forma di prestito è regolamentata dalla legge e garantisce una trattenuta diretta dallo stipendio del richiedente. Tuttavia, è essenziale che il contratto di cessione del quinto sia conforme alla normativa per evitare problemi. In caso di rifiuto ingiustificato, ci sono istituzioni e regolamenti a cui fare ricorso per tutelare i propri diritti.
Sei un dipendente o un pensionato e ti occorre liquidità per realizzare un progetto?
Richiedi un preventivo immediato di cessione del quinto FinSenas.
Compila il form per parlare con un consulente dedicato.