La cessione del quinto che hai in corso non è ancora rinnovabile, ma vuoi ottenere nuova liquidità? La soluzione più adatta alle tue esigenze potrebbe essere la delega di pagamento, con cui puoi cedere un ulteriore quinto dello stipendio. Continua a leggere l’articolo per scoprire come ottenerlo e quali sono le differenze tra questi due prodotti finanziari.
Considerazioni generali
Delega di pagamento, altrimenti detta doppio quinto, e cessione del quinto sono due forme di finanziamento molto simili: prevedono una stessa procedura di rimborso, tasso di interesse fisso, analoghe regole operative. Ciò nonostante, se la cessione del quinto rappresenta un diritto per i dipendenti pubblici e privati, la delega di pagamento richiede la concessione volontaria da parte del datore di lavoro.
In altri termini, il datore di lavoro ha facoltà di rifiutare una richiesta di delega di pagamento.
Differenze normative tra cessione del quinto e delega di pagamento
La cessione del quinto è un tipo di finanziamento regolamentato dal D.P.R. 5 gennaio 1950 n.180.
La delega di pagamento fa, invece, riferimento all’articolo 1269 del Codice Civile.
Tale tipologia di prestito permette di sostituire il debitore con un terzo soggetto: in questo modo è possibile raddoppiare la quota di stipendio ceduta, per ottenere ulteriore liquidità finalizzata a sostenere imprevisti o realizzare un progetto.
Per scongiurare un sovraindebitamento, la normativa permette di cedere massimo il 40% del reddito.
Si precisa che la cessione del quinto, come la delega di pagamento, possono essere richieste a patto che:
- si sia in possesso di busta paga
- si abbia un contratto di lavoro a tempo indeterminato
ed inoltre, la delega di pagamento non è accessibile ai pensionati.
Delega di pagamento: caratteristiche
Le regole sono analoghe a quelle della cessione del quinto:
- tasso fisso
- rata mensile
- non occorre specificare le finalità della richiesta
- occorre sottoscrivere la polizza sul rischio vita e rischio impiego (la garanzia opera a favore della mandante e non del cliente, che rimane l’unico debitore principale e sul quale, in caso di inadempimento, l’assicurazione si rivale per il recupero del debito residuo).
La rata di ammortamento, sommata alla rata della cessione del quinto, non deve mai superare i due quinti dello stipendio netto. E’ questa la ragione per cui si chiama anche doppio quinto.
La somma erogabile varia in base alla busta paga del richiedente. Le rate sono mensili e possono durare non oltre 10 anni.
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