Hai un reddito mensile che non supera 1.923 euro? In busta paga avrai un aumento di 58 euro lordi.
Con la nuova legge di Bilancio, infatti, con il nuovo anno sono al via i tagli al nucleo fiscale.
L’intervento ha un peso di 4,185 miliardi di euro e prevede due decontribuzioni basate sul reddito del dipendente:
- uno sgravio del 3% per lavoratori con redditi inferiori ai 20.000 euro
- uno sgravio del 2% per i lavoratori con redditi inferiori ai 35.000 euro.
La misura è spiegata nella circolare n°7 del 24/01/2023.
Per scoprirne di più, continua a leggere l’articolo.
Tagli al cuneo fiscale: chi ne può beneficiare
Chi ha un reddito che non supera 1.923 euro al mese ha una riduzione dell’aliquota di tre punti percentuali con un beneficio lordo di 58 euro. Chi invece guadagna fino a 2.692 euro viene confermato lo sgravio di due punti in vigore già dallo scorso anno e che corrisponde a non oltre 54 euro lordi.
Ne possono beneficiare i lavoratori dipendenti pubblici e privati, compresi i rapporti di apprendistato. Fanno eccezione i rapporti di lavoro domestico.
Tale misura sarà applicata dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. L’INPS informa che l’esonero sarà applicato sulla retribuzione mensile lorda del lavoratore: in altri termini se in un determinato periodo di paga vengono superate le soglie, il beneficio viene ridotto o scompare totalmente.

Che cos’è il cuneo fiscale?
L’obiettivo del governo Meloni è di portare, in modo strutturale, il taglio fino a 5 punti di percentuale dell’aliquota. Il passo successivo sarà quello relativo alla distribuzione del beneficio tra datore di lavoro e lavoratore. Il governo intende riconoscere due terzi del taglio al dipendente ed un terzo all’azienda.
Che cos’è il cuneo fiscale?
Il cuneo fiscale è il totale delle imposte dirette, indirette e dei contributi previdenziali che pesano sul costo del lavoro. In altri termini, il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra lo stipendio lordo che versa il datore di lavoro al lavoratore e la paga netta ricevuta. Tale differenza è influenzata da diversi elementi, come ad esempio la pressione fiscale sul lavoro ed il valore del mercato del lavoro.
L’Italia ha il cuneo fiscale tra i più alti dei Paesi dell’OCSE che corrisponde al 46,5%.
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