E’ stato annunciato l’atteso rialzo dei tassi da parte della Bce. Il maxi rialzo è di 0,75 punti base e fa seguito a quello del 21 luglio di 0,50 punti.
Decisione difficile, quella assunta, che mette un punto definitivo al periodo ultradecennale caratterizzato da tassi negativi.
A seguito di questa scelta, i tassi di riferimento salgono all’ 1,25%.
L’obiettivo finale della Bce è arrestare l’inflazione, che lo scorso mese ha raggiunto il valore record di 9,1%.
Nel comunicato diffuso dalla Bce al termine della riunione odierna, sono riportate le previsioni relative all’inflazione da qui al 2024: 8,1% nel 2022, 5,5% nel 2023, 2,3% nel 2024.
Previsione che potrebbe ulteriormente aggravarsi con la riduzione delle forniture di gas dalla Russia.
Al momento, il Consiglio direttivo della Bce prevede ulteriori strette (sembrerebbe meno di cinque) per contenere la domanda e limitare il rischio di un aumento dell’inflazione.
Dopo la decisione, presa all’unanimità, i listini europei sono diventati tutti negativi per il timore che, se da un lato l’aumento dei tassi mantiene frenata l’inflazione, dall’altro possa inasprire la recessione in arrivo.
Si assiste, in generale, ad un rallentamento della crescita economica segnata dall’aumento dei costi per l’energia e dalla guerra Russia – Ucraina che riduce la fiducia dei consumatori e delle imprese.
Christine Lagarde, presidente della Bce, in caso di stop delle forniture di gas russo, prevede una recessione nel 2023.
Cerchiamo di capire meglio a cosa potremmo andare incontro.
Recessione: che cos’è
La recessione è una fase che si contrappone alla crescita economica durante la quale avviene una riduzione dell’attività produttiva ed il PIL si contrae significativamente.
Tra le principali conseguenze ci sono:
- aumento della disoccupazione
- diminuzione della produttività
- calo dei consumi
- calo della fiducia di imprese e consumatori
- minore domanda di beni e servizi
- minore accesso al credito
- diminuzione del potere di acquisto delle famiglie
- chiusura delle imprese.
Viene da sé che non tutte le recessioni si manifestano nello stesso modo e sortiscono gli stessi effetti.

Maxi rialzo dei tassi da parte della Bce
Nel caso dell’Eurozona, la recessione potrebbe contribuire a scongiurare che l’inflazione sostenuta diventi strutturale. In questo senso, una lieve recessione potrebbe giovare sia il mercato del lavoro che quello immobiliare che richiede un ridimensionamento del surplus delle abitazioni. Inoltre, eliminerebbe tutte le distorsioni dipese dai tassi d’interesse particolarmente bassi.
La posizione di Lagarde
In questo quadro dominato dalle incertezze, le politiche dei singoli Stati assumono un ruolo determinante. Lagarde, ammette gli errori nelle stime sull’inflazione e sottolinea che le misure attuabili per assorbire l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia è preferibile che siano destinate solo alle famiglie ed alle imprese più fragili per preservare la sostenibilità del debito e migliorare l’efficienza della spesa pubblica.
Sono confermate anche le posizioni sul nuovo scudo anti spread: rispetto delle regole fiscali comunitarie, no agli squilibri macroeconomici strutturali, sostenibilità del debito e politiche economiche robuste allineate ai criteri del Pnrr.
Sceglie la strada delle rassicurazioni l’ex ministra francese sottolineando che la recessione si verificherà solo in caso di stop delle importazioni di gas con razionamenti in tutta l’Europa e senza forniture alternative.
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