Il licenziamento rappresenta una delle situazioni più delicate nel rapporto di lavoro. La normativa italiana prevede diverse tipologie di licenziamento, ciascuna con caratteristiche e procedure specifiche. Conoscere i vari tipi di licenziamento è fondamentale sia per i datori di lavoro, che devono rispettare le leggi e i diritti dei lavoratori, sia per i dipendenti, che devono essere consapevoli delle proprie tutele. In questo articolo, spiegheremo le principali tipologie di licenziamento, analizzandone le cause, le procedure e le conseguenze.
-
Licenziamento per giusta causa
Il licenziamento per giusta causa è una forma di risoluzione del rapporto di lavoro senza preavviso, dovuta a comportamenti gravi del dipendente che rendono impossibile la prosecuzione anche temporanea del rapporto lavorativo. È la tipologia di licenziamento più severa e può essere motivata da:
- Furto o frode
- Violenza sul posto di lavoro
- Violazione grave dei doveri contrattuali
- Comportamento scorretto o insubordinazione
Per procedere al licenziamento per giusta causa, il datore di lavoro deve seguire una procedura formale che include la contestazione degli addebiti e il diritto di difesa del lavoratore. Questo tipo di licenziamento non prevede l’erogazione dell’indennità di preavviso.
-
Licenziamento per giustificato motivo soggettivo
Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo è causato da un comportamento del dipendente che, pur non essendo così grave da giustificare il licenziamento per giusta causa, compromette comunque la fiducia del datore di lavoro. Esempi includono:
- Assenteismo reiterato e ingiustificato
- Scarso rendimento
- Violazioni disciplinari non gravi
Anche in questo caso, il datore di lavoro deve seguire una procedura disciplinare che include la contestazione degli addebiti e il diritto del lavoratore a fornire spiegazioni. A differenza del licenziamento per giusta causa, questo tipo di licenziamento prevede l’indennità di preavviso o, in alternativa, il pagamento di una somma equivalente.
-
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è determinato da ragioni legate all’organizzazione dell’impresa, come:
- Riduzione del personale
- Riorganizzazione aziendale
- Soppressione della posizione lavorativa
- Crisi economica
In questo caso, il licenziamento è legato a cause non imputabili al comportamento del dipendente, ma a necessità aziendali. Il datore di lavoro deve dimostrare che la soppressione del posto è reale e che non vi sono possibilità di ricollocamento del dipendente all’interno dell’azienda. È previsto un periodo di preavviso, e il lavoratore ha diritto all’indennità di disoccupazione (NASpI) se possiede i requisiti necessari.
-
Licenziamento disciplinare
Il licenziamento disciplinare è una sottocategoria del licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo, specificamente legata a violazioni disciplinari. La procedura disciplinare deve rispettare i seguenti passaggi:
- Contestazione scritta degli addebiti
- Termine minimo di cinque giorni per la difesa del lavoratore
- Decisione del datore di lavoro dopo aver ascoltato le ragioni del dipendente
Questo tipo di licenziamento può essere impugnato dal lavoratore se ritiene che non sussistano i presupposti per la risoluzione del rapporto.
-
Licenziamento collettivo
Il licenziamento collettivo avviene quando un’azienda decide di licenziare un numero significativo di dipendenti per motivi economici, tecnici o organizzativi. In Italia, la legge 223/1991 disciplina questa materia, stabilendo che il licenziamento collettivo si applica quando:
l’azienda con più di 15 dipendenti intende licenziare almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni.
La procedura prevede una serie di obblighi per il datore di lavoro, tra cui:
- Informare le rappresentanze sindacali aziendali e la Direzione Territoriale del Lavoro
- Avviare una consultazione con i sindacati per cercare soluzioni alternative al licenziamento
- Redigere un piano di gestione degli esuberi, che può includere il ricollocamento dei lavoratori, corsi di formazione, o incentivi all’esodo volontario.
Il licenziamento collettivo richiede il rispetto di criteri oggettivi di scelta dei lavoratori da licenziare, come anzianità di servizio, carichi familiari e competenze professionali.
-
Licenziamento per superamento del periodo di comporto
Il licenziamento per superamento del periodo di comporto avviene quando un lavoratore assente per malattia o infortunio supera il periodo massimo di assenza previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). Esistono due tipi di comporto:
- Comporto secco: il periodo massimo di assenza continuativa.
- Comporto per sommatoria: il periodo massimo di assenze non continuative in un arco temporale determinato.
Prima di procedere al licenziamento, il datore di lavoro deve notificare al dipendente il superamento del periodo di comporto e dare la possibilità di verificare la situazione.
-
Licenziamento per motivi economici
Il licenziamento per motivi economici è una forma di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, specificamente legato a difficoltà economiche dell’azienda. Questa situazione può derivare da:
- Riduzione del volume di affari
- Perdita di commesse o clienti
- Aumento dei costi di produzione
Il datore di lavoro deve dimostrare che il licenziamento è necessario per salvaguardare la sostenibilità economica dell’azienda e deve rispettare il periodo di preavviso previsto.
Impugnazione del licenziamento
Il lavoratore che ritiene di essere stato licenziato ingiustamente può impugnare il licenziamento. I passaggi principali sono:
- Impugnazione stragiudiziale: il lavoratore deve contestare il licenziamento per iscritto entro 60 giorni dalla comunicazione del licenziamento.
- Ricorso giudiziale: entro 180 giorni dall’impugnazione stragiudiziale, il lavoratore deve depositare un ricorso presso il Tribunale del Lavoro.
Il giudice valuterà la legittimità del licenziamento e, se riterrà che non sussistano i presupposti, potrà ordinare il reintegro del lavoratore o, in alternativa, il risarcimento del danno.
Conclusione
I vari tipi di licenziamento in Italia sono regolati da un complesso insieme di leggi e normative che mirano a bilanciare i diritti dei lavoratori con le esigenze delle imprese. Comprendere queste tipologie è essenziale per gestire correttamente i rapporti di lavoro e per affrontare eventuali controversie in modo informato e conforme alla legge. Che si tratti di un datore di lavoro che deve prendere decisioni difficili o di un dipendente che si trova ad affrontare la perdita del posto di lavoro, una conoscenza approfondita delle procedure e delle tutele previste può fare la differenza.
Sei un dipendente o un pensionato e vuoi ottenere liquidità per realizzare un progetto? Richiedi un preventivo immediato di cessione del quinto FinSenas – Agente Prexta.
Compila il form per parlare con un consulente dedicato.
*I contenuti e le opinioni eventualmente espresse all’interno di questo blog non rappresentano né corrispondono necessariamente al punto di vista dell’Azienda per cui lavoro.