Mia (Misura di Inclusione Attiva) è la nuova misura di sostegno economico e di inclusione sociale elaborata dal governo Meloni e destinata a sostituire l’attuale Reddito di Cittadinanza.
La novità sostanziale è che non tutti i percettori di Reddito di Cittadinanza hanno i requisiti per poter usufruire del nuovo assegno: la nuova misura, infatti, sarà riservata solo ai nuclei con Isee che non superano i 7.200 euro (contro i 9.360 euro attuali).
Il sussidio attuale potrà essere richiesto fino al 31 agosto e sarà erogato fino a dicembre.
Per conoscere tutti i dettagli, continua a leggere l’articolo.
Mia: come funziona la nuova misura di sostegno
Nella bozza di decreto del Lavoro è specificato che Mia è una misura di sostegno e di inclusione sociale e professionale che nasce con lo scopo di sostenere chi si trova in condizione di povertà contribuendo all’inserimento nel mondo del lavoro.
I potenziali beneficiari del sussidio, saranno suddivisi in due grandi gruppi:
- famiglie povere senza persone occupabili in cui ci sia almeno un over 60, oppure un minorenne oppure una persona con handicap acclarato. Tali nuclei riceveranno un sussidio base (per un single) di circa 500 euro al mese. In base alla composizione del nucleo, l’importo sarà rimodulato. L’assegnazione è prevista per 18 mensilità.
- famiglie con occupabili in cui non sussistono le suddette condizioni, ma almeno un soggetto tra i 18 ed i 60 anni di età. Gli occupabili dovranno stabilire un Patto per il Lavoro attraverso i Centri per l’Impiego. L’assegno, in questo caso, sarà di circa 375 euro e la durata si suppone non sarà superiore ad un anno.
Gli occupabili, una volta archiviata l’attuale misura potranno richiedere la Mia.
Le altre caratteristiche della Misura di Inclusione Attiva sono:
- non spetta a chi è proprietario di un’immobile di valore. L’attuale Reddito di Cittadinanza non spetta a chi ha un patrimonio immobiliare superiore a 30 mila euro, ma nel limite non si considera la prima casa. Con la Mia, sarà esclusa dal patrimonio immobiliare solo se il valore Imu della stessa non supera i 150 mila euro. In pratica, chi abita in una casa di un certo valore, anche se l’ha ereditata, non potrà accedere alla misura, al di là del reddito percepito.
- L’età, utile a fare la richiesta di sussidio, dei figli conviventi si alza a 30 anni contro i 26 anni attuali.
- L’importo dell’assegno verrà adeguato annualmente all’indice del costo della vita a decorrere dal 2026.
- Per coloro che iniziano a lavorare, il reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio percepito entro i 3.000 euro.
- Sono previste sanzioni più severe che comportano la perdita del sostegno.
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